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Un libro fotografico che racconta con passione un rito antico di uomini che vanno per mare e dalle loro barche calano immense reti in attesa della loro preda: il tonno. Attratto dal fascino dell’evento che si svolge al largo di Carloforte, il fotografo Giovanni De Angelis sale a bordo anche lui di una delle “bastarde” da dove cattura con la sua macchina fotografica ogni attimo della grandiosa impresa: la chiusura delle reti che imprigionano i tonni, la lotta tra uomini e pesci nella “camera della morte”, quando l’acqua si tinge di rosso e il sacrificio si rinnova. E poi il ritorno a terra, dove i tonni vengono lavorati a mano e a filo di coltello. Nasce così Mattanza, un viaggio per immagini, un atto d’amore che celebra l’antico mestiere della pesca del tonno, pilastro dell’identità della comunità di Carloforte. Arricchito da un testo introduttivo di Federico Quaranta, noto conduttore radiofonico e televisivo, Mattanza è anche catalogo dell’omonima MOSTRA dell’EDIZIONE 2024 di «GIROTONNO», evento enogastronomico che celebra la tradizione del tonno di Carloforte e attrae chef e visitatori da tutto il mondo.
Giovanni De Angelis nato a Napoli, vive e lavora a Roma dal 1992. Si avvicina alla fotografia tradizionale appena adolescente e da subito sviluppa un forte interesse per la ricerca sulla percezione visiva: nel 2004, con “Luceveloce”, inizia uno studio che mira ad indagare le infinite potenzialità della luce e il suo interagire con i corpi. Tra il 2005 e il 2006, in una dimensione che oscilla tra pittura e fotografia, prosegue la sua indagine con “Luce dissolve”, dove figure solitarie, immobili o in movimento, attraversano con le loro ombre fasci luminosi. Lo sviluppo della sua ricerca evolve verso un crescente interesse per gli aspetti della modernità, delle società e delle metropoli giapponesi e indiane, come dimostrano “Strade con pioggia”, “Sui iki” e “Churchgate”, lavori esposti in molte gallerie in cui l’interesse per la cultura orientale è colto con uno sguardo etno-antropologico. Il suo interesse per le metropoli continua poi con il progetto “Contemporary Districts” nelle città di Tokyo, Tel Aviv, Varsavia, e prosegue tutt’oggi ponendo i giovani e il loro contesto al centro della ricerca, alla scoperta di distretti urbani popolati da un’umanità in continuo cambiamento. Il lavoro di Giovanni De Angelis ricrea a volte le memorie di chi memoria non ha più, come nel caso di “Sansoni Elide”, progetto esposto nella collettiva ECC Ente Comunale di Consumo (2010). In uno degli ultimi progetti, “Water Drop” presentato al MACRO (Museo di Arte Contemporanea di Roma) Giovanni De Angelis affronta il tema della gemellarità da una doppia prospettiva, sociale e antropologica, slegandosi dall’idea del semplice reportage per giungere ad approfondire i temi dell’identità, dell’unicità dell’individuo e del suo rapporto con l’altro. È nel progetto ICKU (I Can Kill U) che De Angelis presenta una serie di ritratti di giovani lettoni nella loro vita privata e mentre imbracciano una pistola puntandola contro l’obiettivo. «[...] Tra il volume articolato di queste fotografie di ambiente e la linea dritta che unisce lo sguardo all’obiettivo nei primi piani armati di pistola c’è tutto lo spessore di una ricerca artistica e espressiva che in quattro netti movimenti, si concentra sull’identità (I), la libertà e il potere (CAN), la violenza come deriva della quotidianità (KILL) e la relazione con l’altro (you). ICKU = I CAN KILL YOU» (Costanza Paissan). Giovanni De Angelis matura un’interessante esperienza in qualità di assistente della famosa fotografa Elisabetta Catalano e in seguito a quel periodo ha inizio un progetto di ritratti di artisti visivi, fotografando prima la scena romana e poi In tutta Italia. È del 2015 infatti il primo progetto di ritratti di artisti contemporanei che trova compimento in un libro dal titolo “ART REWIND #1” (Maretti Editore) con un testo critico di Laura Cherubini. Il volume viene presentato nell’ambito della Biennale di Venezia nel 2015 a cui seguirà nel 2017 un’importante mostra personale presso il museo MACRO di Roma con Costantino D’Orazio direttore e con la cura di Laura Cherubini. Il progetto di ritratti d’artista prosegue negli anni e nel 2024/2025 verrà realizzato un nuovo volume editoriale.